care e cari partitensi,
il gruppo interviste, composto da Vania, Lucia S., Daniela e da me, dà inizio all'opera proponendo a tutte e tutti delle domande su cui riflettere per parlarne quando vi incontreremo.
Il PCI è stato parte della vostra storia personale ? Se sì come?
Che cosa rappresenta per voi studiare quest'opera? ci sono parti (testo e/o musica) che vi interessano particolarmente?
un saluto di buona fine di giugno e a presto
Il giorno dopo l'assemblea, a caldo e di getto, ho scritto queste righe che voglio condividere riguardo al mio VISSUTO nel PCI. Da queste poi ha preso il via una ricerca intensa sulla vita personale e politica di donne che hanno fatto la storia, soprattutto donne "minori", migranti, operaie e non, coinvolte nelle attività clandestine, ed ho scoperto che molte di loro sono fuoriuscite ad un certo punto , alcune per loro volontà, molte espulse. Quello che ho trovato finora lo ho postato nel Gruppo Storico perchè sia visibile da chiunque di noi lo voglia.
Un passo dopo l'altro...
Vissuto, il mio vissuto.
D’accordo, non ero troppo consapevole quando mi sono iscritta al grande PCI. Padre militare e madre casalinga frustrata ex maestra di materna Da poco avevo conosciuto la grandezza di Gramsci, Pavese e sinceramente mi aspettavo di vedere tradotte in realtà quelle che per me fino ad allora erano solo teorie. Questo è successo nel 1972 o 1973 credo, avevo una bambina piccola alla quale pensare, lavoravo e il mio compagno era troppo impegnato a lottare fuori casa per potermi dare una mano.
Quindi ho iniziato a frequentare la sezione, la mia consapevolezza aumentava, ma ero ancora attirata molto dalle cene nell’osteria accanto che seguivano ad ogni incontro, dalle cantate spagnole e pieni di vino (se ricordo bene c’era un tipo sudamericano, bravo per carità, che pagavamo per sentir cantare Los 4 generales e altro, e noi arrancavamo dietro a lui). Quando potevo partecipare portavo la piccola con me. Non mi ci è voluto molto tempo per capire come funzionava : struttura piramidale e patriarcale.
Visto che nelle riunioni tra compagni non si parlava mai delle donne, mi è stato spiegato che esisteva allo scopo l’UDI, le cui riunioni si tenevano una volta a settimana, di pomeriggio. Credo di essere andata a un paio di incontri con queste signore un po' con la puzza sotto al naso e che avevano replicato in toto la struttura piramidale e patriarcale dei compagni maschi. Visto che non ricevevo risposte convincenti alla mia voglia di capire il perché della posizione del compagno Togliatti riguardo all’altro genere, ho smesso di partecipare: erano incontri per me sterili, nei quali si leggeva in modo totalmente acritico il verbo di Togliatti.
La ciliegina sulla torta poi è arrivata nel 1974: referendum per il divorzio. Con grande fatica, ma per me è sempre una grande fatica fare un discorso compiuto davanti a tanta gente, ho scritto un intervento e lo ho letto “de core”, naturalmente era a favore della legge, e sono stata ignorata/contestata fortemente dal segretario della sezione e da una larga fascia di compagni per i quali la famiglia, quella che vedi forse la domenica con moglie che lava-stira-cucina-pulisce, era una cosa sacra.
Sarà stata quella sezione in particolare, o quei compagni particolarmente destri, non lo so, comunque, delusa e amareggiata, ho lasciato la “chiesa” PCI e sono diventata femminista.